Lo dicevano che da queste parti il Venerdì santo è più sentito della Pasqua, sarà perché sono avvezzi più di noi alla sofferenza e trovano consolazione considerando anche il fatto che persino dio s’è messo a soffrire da uomo? Mah.

Uno spettacolo di colori questo giorno, il sacro e il profano che non hanno confini così netti come nella nostra cultura, la liturgia sempre mesta, silenziosa e commuovente prende qui tutta un’altra piega. Il Cristo morto portato in giro da ragazzi con gli auricolari infilati, mentre con la mano libera mandano sms, i cani che seguono la processione pregando nella loro lingua, talvolta entrando anche in chiesa e gironzolando per i banchi, un signore anziano che si ferma a metà processione… ad innaffiare il muretto a secco, i canti gioiosi dei vecchi Aymara mentre i bambini si affrettano ad uscire dai ranghi per circondare il carrettino del gelato. Agli occhi di un cattolico occidentale fa tutto così strano, eppure altrettanto naturale, non c’è niente di scandaloso in questo Venerdì.

Dopo tutto per i cristiani la salvezza consiste nel fatto che Gesù risorgendo ha vinto la morte, beh, sarebbe stato un po’ troppo artistico anche per uno come dio risorgere senza morire prima. Quindi la morte di Cristo non può che farci contenti. Sembra che qui almeno se la vivano così e forse non hanno neanche torto.