Cos’è tutto questo sole all’improvviso? Anche dall’Italia mi dicono di una primavera che stimola voglie… È arrivata l’estate in Bolivia? Arriva l’autunno in realtà, ma la stagione delle piogge sembra in conclusione e il sole riappare anche per delle ore filate, come non succedeva… da mesi. A Viloco, beh, ci sarebbero da fare dei distinguo, ma insomma dai, la classica occhiata al cielo prima di uscire di casa ormai ti permette di riassaporare quella piacevole netta sensazione che l’impermeabile non servirà. Così come il gusto di accorgersi che il freddo che ti piglia quando ti siedi per un po’ dentro casa a qualsiasi ora del giorno, lo potrai vincere completamente uscendo solo un quarto d’ora sui gradini dell’ingresso per farti cuocere dal sole mentre fai due coccole alla micia. Che bello.

Sarà anche perché in questi giorni di incontri nei colegios (e finalmente a contatto coi ragazzi e non con direttori e insegnanti a proporre e pianificare) c’è un programma fitto di giri a quote “umane” dove gli strati iniziano a volare uno dopo l’altro e spesso verso mezzogiorno si resta in maglietta. Cosa sulla quale mai avrei scommesso un boliviano (in carne ed ossa si intende ;)). E non perché ci sia il riscaldamento a palla, come nelle scuole italiane. Là durante le formazioni ho esperienze di ustioni al fondoschiena per essermi appoggiato inavvertitamente tre secondi contro il calorifero per far riposare un attimo la colonna…

L’avventura della formazione nelle scuole mi sta pigliando proprio bene, per quanto il contesto non sia dei più facili, o forse proprio per questo. Si parla (e non solo, si disegna, si pensa, si gioca, si ride) di emozioni, di sogni e progetti, di crescita, di preoccupazioni e paure, ma anche di relazioni tra generi, di sesso, di gravidanze, malattie, ecc. Ho due partner, María Elena e Ángel, di formazione sanitaria (niente a che vedere con le partner degli anni scorsi come spessore, neeeh ;)) però la diversità di provenienza culturale e di punti di vista ci fa essere una bella squadra.

Per i ragazzi, che sono di area rurale, tutti (ma tutti tutti) questi concetti sono dei tabù, a partire dal discorso emozionale. Per esempio capita che diventi una tragedia riuscire a fare un gioco dove c’è un minimo di coinvolgimento fisico, oppure alla domanda «Come ti senti, cosa hai provato?» ci sia un blocco incredibile (anche se questa risposta la devono scrivere), unito ad una folle paura del giudizio altrui e condito con un po’ della classica paranoia adolescenziale. Poi invece ti capita una classe dove a fare il gioco parta una ragazza che rompe il ghiaccio e ai successivi complimenti per il coraggio e alla domanda «Ma non ti ha frenato il fatto di esporti a commenti irrisori dei tuoi compagni?» la risposta sia: «Beh, no, perché? La mia autostima non dipende dai commenti degli altri». ‘nabbomba ahò. Che non ti aspetti in un contesto così, ma neanche in Italia (dove un maschio avrebbe piuttosto risposto qualcosa come «cazzomenefrega» e una ragazza – con la immancabile “s” sibilante – «Ccioé, ho ccercato di eSSere me steSSa»). Ovviamente questa qui, dopo una risposta del genere è diventata ancora più carina ai miei occhi. Ma già lo era. Hehe, il don mi prende in giro quando apprezzo una bellezza femminile boliviana («Vvvveeedi? Tu che dici che non ci sono belle donne in questa parte della Bolivia»). E in effetti devo ammettere che girando per diciassettenni qualche eccezione -a volte clamorosa- alla mia regolina è da fare. La regola, per dovere di informazione, è che da bambini sono stupendi, con lo sviluppo puberale tutti iniziano un drastico peggioramento che inverte poi la rotta dopo i 60 fino a ridiventare bellissimi una volta superati i 75 anni. Sarà perché di ultra75enni ce ne sono proprio pochi?

Nelson, ovviamente non è d’accordo con la regola, dice che alla Lloja (la comunità della parrocchia a 2100 metri, dove è sempre estate) ci sono donne stupende con gli occhi azzurri… va be’, ci crederò solo quando incroceranno i miei.

Come s’è capito Nelson è tornato, dopo due mesi di assenza e il don è piuttosto sul finto alterato quando lo vede e usa me come intermediario per parlare con lui. C’è da divertirsi. Comunque ce l’ha fatta… diventerà papà. E a quanto pare si risposerà.

È primaveeeraaaaaa…