Lunes

Sveglia naturale alle 6.30, ma alzarsi senza il don che rumoreggia guardingo per non disturbare non lo è… Abluzioni mattutine con l’acqua gelida che ormai mi fa solletico. Il caffè non è pronto, non c’è chi lo prepara, pulisco la caffettiera mentre accendo il bollitore che non va. Siamo senza elettricità, un’occhiata al quadro, una al contatore, tutto a posto, almeno la mia metà del paese, se non tutto, è senza luce.

Arriva Myriam e chiedo conto: sì, senza elettricità tutta Viloco. Un camion è caduto stanotte e ha travolto i cavi. L’autista, soprannominato Ratón (topo) era in festeggiamenti per esser riuscito a vendere il suo camion a 17.000 dollari e s’è ubriacato. Tornando a Viloco nottetempo il camion ha preso male una curva ed è caduto dalla scarpata, per fortuna sua, ma per la sfortuna degli inquilini della casa travolta, pochi i metri di dislivello. Urla di gente che all’una del mattino si sveglia e va a svegliare la parte di paese attorno allo scenario dell’incidente.

Caricano il Ratón e lo portano all’ospedale e sistemano in qualche modo la famiglia malcapitata, il giorno successivo tutti in miniera e dopo il lavoro a raddrizzare il camion e toglierlo di mezzo.

Nel frattempo arrivano i panettieri al forno lamentandosi che è un casino infornare senza luce. La settimana precedente ce l’eravamo cavata attaccando un cavo alla batteria della macchina (con un trasformatore apposito, ovviamente) ma adesso l’auto non c’è… va bè, tra i timori di queste persone dal sangue minatore non c’è sicuramente l’oscurità.

Improvvisamente la luce ritorna, ma fioca e un po’ a rate, beh, è già qualcosa, non c’è che dire. Sufficiente per ricaricare il computer.

Martes

Altro giorno senza corrente elettrica. Perlomeno c’è l’acqua, dai, non si può pretendere tutto dalla vita. Si vede che hanno capito che c’era qualcosa che non andava al trasformatore e stanno sistemando, per cui presto o tardi la corrente tornerà.

Il don sta per tornare, mi chiama per avvisarmi che sta arrivando con una persona da ospitare un paio di giorni, gli preparo la stanza e faccio due pulizie perché a Myriam è stato detto ci non venir più per questo mese. A che pro, non so, visto che anche noi siamo piuttosto impegnati, va bè… ma non nuore nessuno a lavare due piatti in più e a tener pulito.

Preparativi per la via crucis dei ragazzi organizzata dal colegio.
Nel pomeriggio si parte, appuntamento alla scuola, ci sono tutti i bambini della primaria e i ragazzi della secondaria, qualche genitore, qualche bambino del kinder. Il don arriva puntualissimo per l’occasione, anche perché altrimenti dovremmo improvvisare noi i commenti che ha preparato lui… Via. I figuranti son bravissimi e citano addirittura il vangelo a memoria, alla faccia delle mamme che dicevano che non s’erano preparati. Ad ogni stazione espongono un cartellone con disegni molto ben fatti raffiguranti gli episodi che si meditano. In compenso un caos terrificante ogni volta che ci si mette in marcia per la stazione successiva, chiacchiericcio, dispetti, risate. Al mio terzo commento (9a stazone) sono un po’ sazio di questo casino e tuono che la sofferenza e la morte non sono un gioco e che non c’è niente di spiritoso in quello che stiamo facendo. Un buco nell’acqua.

Miercoles

Facciamo un giretto al colegio per ringraziare dell’impegno nella preparazione, augurare buona Pasqua ed invitare all’incontro giovanile di domenica 15.

Mentre pranziamo sentiamo sei rumori fuori: sul tetto dei vicini c’è la figlia con la faccia da teppista, poco più di 3 anni; la mamma l’ha incaricata di ritirare i panni stesi sull’ondulato metallico (fenomenale per far asciugare i panni quando picchia il sole): fa le scivolate come se sotto, al termine del tetto, non ci fossero quasi 4 metri a separarla dalla terra e per giunta frena aggrappandosi ai fili della corrente… Della serie: se non lo avessi visto non ci avrei mai creduto.

Il pomeriggio c’è da andare abajo ad organizzare per la funzione di Sabato sera e a prendere dei vetri per sistemare le finestre della chiesa di Viloco nella quale i passerotti hanno nidificato e scagazzato un po’ dappertutto. Numeri miei e della signora di Huchambaya per caricare i vetri nella macchina che non ci stanno in nessun modo, nè dentro, né nel piano di carico, si decide per la rottura “artigianale” del pezzo più grande con un mattone… in mancanza di altri mezzi professionali. Il vetro, anziché rompersi scientificamente con una bella linea retta si rompe a raggio… rendendo praticamente inutilizzabile una certa parte. Ho chiesto al Nelson come caspita aveva fatto a trasportarli  a suo tempo: «Li ho appoggiati ad un materasso e li ho legati assieme». Mannaggia, perché ho pensato alla vecchia trapunta, ma non al materasso? Sono poi due concetti appartenenti allo stesso ambito semantico… si vede che non ero abbastanza stanco. 😉

Il nostro ospite è da imbarcare per il ritorno a La Paz, ma non troviamo un posto che sia uno su qualsiasi mezzo che sta partendo. Compresi i pullman di Cairoma e di Torrepampa. Ormai è sera e incontriamo per caso un camion che ha ancora un posto in cabina (e nel frattempo sta arrivando ancora gente munita di coperte per salire dietro nel vano di carico). Sbolognato l’ospite, ceniamo, meditando sulle peripezie della ricerca pomeridiana.

Jueves

La messa degli oli è già stata fatta dal vescovo martedì, resta quella in coena domini. La parrocchia l’ha organizzata per le ore 16 nella chiesa di Collpani, che curiosamente sorge in uno spiazzo dove col tempo sono comparse altre due chiese, quella avventista e quella evangelica. La comunità a Viloco s’è organizzata la “sua” lavanda dei piedi per le 19, alla presenza dei Pasantes (la famiglia che organizza e finanzia i festeggiamenti pasquali per tutta la comunità). La decisione era quella di dividersi e di scendere il don e arrangiarmi io con la lavanda dei piedi qui. Ma alle 14.30 arriva la chiamata del prof. di religione del colegio di Collpani: «A che ora è la celebrazione? Perché qui c’è gente che aspetta da un po’».

Scendiamo allora entrambi con un po’ di anticipo, dato che poi facciamo a tempo a tornare in tempo per Viloco. La gente è già tutta in chiesa silente. Al don viene riferito sottovoce che c’è gente che aspetta dalle 9 della mattina, le fiamme iniziano ad uscire dalla bocca. «Dove è la Presidenta?», per fortuna sua non c’è, altrimenti l’avrebbe incenerita al momento. E forse anche divorata. «Però, fratelli e fratelle, perché non ascoltate mai quando uno parla? Abbiamo detto chiaramente che la celebrazione iniziava alle 4 del pomeriggio. Adesso c’è gente che è stanca e dorme sulle panche e ha perso tutto il giorno perché non ha ascoltato. E poi si potrà mai fare il ricordo di una cena alle 10 del mattino? Adesso che facciamo?». La folla rumoreggia e qualcuno, pervaso dallo spirito santo alza la voce: «Signore, da chi andremo?» 😀 Messa, lavanda dei piedi e piccola meditazione sulle letture. Riassettiamo e cerchiamo di fuggire il prima possibile dopo aver visto che arrivavano le pentole con il cibo per tutti. Nell’accelerazione per la fuga riempiamo di polvere un paio di signore che vogliono informazioni e una terza che ha in mano due piatti con della succulenta carne…

Viloco l’attesa si prolunga, i pasantes non arrivano. Il don sembra non volerne manco sapere, mangia in piedi un pezzo di carne e due patate impolverate di Collpani e si chiude in stanza prima delle 19, «Buonanotteeee». Cerco di attendere ancora un po’ ma le signore che si erano riunite prendono e se ne vanno. Decidiamo che la lavanda dei piedi se la facciano in autonomia e ciascuno per la sua strada.

Fuori c’è la solita luna più o meno piena che c’è sempre ovunque durante la settimana santa (chissà perché? – nota storico-culturale – perché la Pasqua cade ogni anno la domenica immediatamente successiva al primo plenilunio di primavera, quindi è sempre in luna calante, ma al massimo sei giorni dopo la luna piena, per cui il plenilunio cade nella settimana santa; tecnicamente il giorno di Pasqua -festa originariamente ebraica- cade il 14 di Nisan, primo mese dell’anno nel calendario ebraico, che, come è noto, è un calendario lunare, questo è il motivo per cui la data della Pasqua secondo il nostro calendario gregoriano -calendario solare- non è una data fissa come il Natale, ma “si muove” tra le varie domeniche comprese tra il 22 di Marzo e il 25 Aprile). Insomma nuvole più luna quasi piena che illumina a giorno chiamano foto notturne, serata incantevole e neanche troppo fredda, il sentiero che dalla chiesa porta alla strada per Tiendapata offre delle rocce perfette per appoggiarsi.

Viernes

Dopo la grandinata notturna un sole caldo travolge qualsiasi cosa, è l’invito a nozze per mettersi a sistemare la cucina e lavar due panni, ma prima delle 10 perché poi arrivano i  Pasantes per fare la loro via crucis. Il don non ne vorrà sapere neanche oggi e infatti mi dice di arrangiarmi “ché lui deve andare abajo”. Alle 9 già arriva don Manuel detto El Chicharron. Vi stiamo aspettando. Va bè, i panni dopo, ché tanto oggi c’è il sole. Iniziamo la via crucis e poco a poco nuvolacce grigie minacciano. Per fortuna durante la processione c’è Gerardo che risponde alle preghiere, tutti hanno il foglietto, ma devono aver subito un attacco di sordomutismo. Non mi lascio mancare qualche punzecchiata: «Ecco, fratelli e sorelle, quando c’è scritto Amen sul foglietto non è perché c’era da riempire la carta, è perché bisogna dire “Amen”, forza, senza paura! Rifacciamo!». E più avanti:
– «Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo»
– silenzio
– «Forza, signori, “Perché con la tua santa croce hai redento il mondo”. I tifosi della squadra di volley della mia città cantano: “Se venite e non cantate che ca**o venite a fare, è meglio che state a casa a fare la calzetta”. Vale anche qui. Rifacciamo».

Ho capito perché il don non ne voleva sapere, anche se a certi silenzi è più abituato di me. Rientriamo in chiesa, ultime due stazioni, lettura di Isaia e riflessioncina, orazione finale, bacio del cristo morto e ci sono i panni da lavare, ma si sta mettendo a grandinare di nuovo. Uffa. Verso mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino alle 3 del pomeriggio.

Stiamo a vedere se alle 3 poi migliora…