In un mondo come questo se viaggi senza ricordarti di prendere il caricatore di qualche strumento elettronico che ti porti, va be’, alla fine rimedi sempre in qualche modo. Ma se scrivi due parole su qualcosa o qualcuno e quel qualcuno legge, ti può fare la lista delle cose che avresti potuto o dovuto scrivere e alla fine, ridendo e scherzando, per una dimenticanza potrebbe anche tenerti il muso per dei giorni. Ma siccome chi mi conosce -e non ha il coraggio o non ha fatto a tempo ad evitarmi- sa, è difficile che qualche mia distrazione non risulti altro che una perdonabile bazzecola. Dice il saggio che il modo migliore di ricordarsi qualche data importante che riguarda la partner o il matrimonio è di provare a dimenticarsela una volta. Ne so qualcosa anche io che una volta le feci gli auguri tre giorni prima del suo compleanno (data peraltro non così innocente) e l’altra volta dopo la mezzanotte del giorno giusto mi disse “Non mi devi dire niente?” “Non so, una cosa tipo ‘ti voglio bene’ o qualcosa del genere?”. “No, che giorno era mezz’ora, fa? Auguri mi dovevi dire, o stordito…”. La misi sul ridere e lei la prese come una stupidaggine ma ci rimase male. E io con lei. (Tra l’altro, a proposito di date ieri, anzi, l’altroieri ormai, 29 Maggio, era il decimo anniversario del nostro primo bacio, in una seconda serata dopo-cinema nella sua macchina… che emozione)
E anche questa volta qualcuno c’è rimasto male pur facendo finta di niente, anche se il destino fortunatamente vuole che non ci siano né matrimoni né partners 😉
Quindi dei giorni appena trascorsi devo fare ammenda di alcune cose importanti(ssime) che mi sono state fatte notare e poi ovviamente completare i racconti in bellezza. Anche solo perchè Mr. Ryan ha potuto far squillare le trombe per un altro on time flight, e quando hai il sedere per terra (inteso ovviamente come atterraggio dopo un volo) è sempre comunque tutto più divertente, a meno -purtroppo- di atterrare in Emilia, ultimamente, lì non ci sarebbe proprio niente di cui divertirsi.
Elenco delle dimenticanze (alcune anche un po’ volute, ma… va be’ dai):
1. a Barcellona la regina incontrastata della casa era Carla, della anche Carlita, tenera e svergognata, una golden retriever di nascita serba che deve il suo nome dal procuratore capo del tribunale internazionale dell’Aia che ha perseguito i crimini di Milošević.
2. solo un semplice mind del calendario di Banksy (Google aiuterà chi non lo conosce)
3. dettagli di compleanno: la mattina a colazione a Barcellona mi ritrovo una tortina millefoglie al cioccolato con scritto sopra 35… “wow” per il gesto, “mmm” per la torta. La sera a Bruxelles invece tento di offrire da bere senza successo a un gruppo di persone ancora sconosciute facendo un brindisi tipo “Happy birthay to meee, yeee, cheers”, tra i già risicatissimi festeggiamenti della mia vita adulta è la prima volta che mi capita con (sole) persone conosciute due ore prima… per la cronaca riuscirò ad offrire qualcosa al gruppo il giorno dopo, quando già non eravamo più sconosciuti, ma che storia…
4. weekend a Bruxelles nel bel mezzo della Jazz Marathon, cena e brindisi all’esterno di un locale con un quartetto non irresistibile ma carino, nella goticissima Grand Place super palco con concerti tutto il giorno, così come in improvvisati angoli del centro.
Continuazione e conclusione
Arrivo di Maria, baci, abbracci, aggiornamenti vari sulle nostre vite. Incredibile sentirla parlare inglese così disinvolta (e soprattutto rispondere alle due irlandesi quando io non capivo una cippa di quel che dicevano) proprio lei, che innamorata del francese, diceva che mai si sarebbe abbassata a imparare la lingua dell’altro lato della Manica se non lo stretto necessario per superare il corrispondente esame all’università. Chissà se il destino (o qualche suo collega) ci ha messo lo zampino nel farla capitare in un appartamento anglofono e… lì per forza ti devi impratichire, mica puoi fare la monade.
Giorno successivo a piedi per la città per scoprire che alla fine Bruxelles:
1. non è più di 3 km di raggio… proprio piccoletta, e poi tutt’attorno ci sono dei comuni stile Parigi e l’Île-de-France (solo che le dimensioni sono un po’ diverse);
2. deve gran parte della sua vita agli uffici delle istituzioni europee, che quindi, se non ci fossero, la lascerebbero come una città mezza vuota. Ragione per cui è anche una delle città più cosmopolite che abbia visitato, ok Londra molto di più, però qui è una “cosmopoliticità” di rango. Sentire qualcuno che parla in francese senza un velo in testa o la pelle nera è quasi un lusso.
Giro quindi ai palazzi del potere europeo, dove ultimamente la Merkel pare stia facendo il buono e il cattivo tempo tutto da sola, giro alla zona reale, e a casa. Il giorno successivo (ieri, 30 maggio) lascio libera Maria di farsi i cavoli suoi e me ne vado a fare quello che mi piace, girare in autobus/tram a caso e poi per musei, anzi uno solo il museé Magritte, ma a vedere due cose diverse: la collezione di Magritte, ovviamente (dopo la mostra a Palazzo Reale qualche anno fa me ne sono innamorato), e l’esposizione di alcune fotografie di Stanley Kubrick, IL regista. Mi spiace per la povera bigliettaia anoressica che ha fatto di tutto per farmi uno sconto ed era quasi in crisi per non esserci riuscita (Mi spiace ma non ti posso fare un biglietto unico…però forse una riduzione. Mmm vediamo. Sei uno studente? No. Insegnante? No. Under 26? Magari. Over… no. Ecco brava che ci sei arrivata da sola. Eurodeputato? Eurodipendente? Eurolavavetri? Eurolustrascarpe? Noooooo. Oh, caspiterina, mi spiace, sono 17 euro).
Con Maria e Tiziana appuntamento alle 13 per un panino nel parco del re (dove non si rubano i cervi vendendoli per denaro e per fortuna perché altrimenti chissà quanti cornuti verrebbero confusi per animali) e via, di volta all’Abazia benedettina di Notre Dame de la Cambre (gotica, neanche a dirlo) dove per entrare ci sono tre porte, ma al cui centro un flautista “di traverso” fa vibrare le pietre, gli archi a sesto acuto, il gobbo (quello di Notre Dame ovviamente) e anche un po’ le nostre anime.
È ora di tornare per sistemare il bagaglio e andare all’aeroporto, anzi è tardi, mannaggia. Mi aspetta un’altra corsa per riuscire a prendere Mr. Ryan, ma perlomeno ho con me un libro che mi ha regalato la vecchia settimana scorsa e mi rilasserò un po’. Il libro non è niente di entusiasmante, ma nelle varie attese me lo son divorato, perlomeno è scritto benino con inverosimile finale a sorpresa.
Messaggio per Ola: dai scriviamo la tua vita, non verrà magari stilisticamente accattivante, ma che importa, sarebbero i contenuti a rapire il lettore.
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