Evento a Viloco, domenica 4 Settembre 2011, ore 13.30 locali. Si sente chiaramente un elicottero che in lontananza si avvicina ma non troppo, ma essendo che Viloco rimane in una valle e che il mezzo atterra sopra. Già è chiaro che ci fa un elicottero a Viloco. Il centro minerario è in fermento, il campo di calcio appena appena “sintetizzato” brulica di gente venuta da ogni dove. Ma… è tutta qui? Si aspettavano per l’evento millemila persone, è un mezzo fiasco. In eventi come questi, sì che il numero fa la differenza.
Poncharello (direbbe Aldo), travestito da Evo Morales Ayma, primo cittadino dello Stato boliviano, arriva con una jeep. Con lui qualche cineoperatore di Bolivia TV, la tv statale, di una ventina in tutto presenti e un’altra ventina tra militari dell’esercito e guardaespaldas armati, disarmati, auricolarati e disauricolarati, tra essi la donna della mia vita. Sarà il fascino del fucile semiautomatico (più grande di lei) che imbraccia?
Evo è sul palco. Accanto a lui altre autorità: il subalcalde (vicesindaco), il Presidente delle cooperative minerarie, Cesar Cocarico, il Governatore del Departamento (regione) di La Paz, il Presidente della Provincia Loayza, e qualcun altro ancora. «Ma… l’alcalde?». È la perplessità che serpeggia tra la folla. «Starà tardando, non avrà trovato il passaggio», «No, è incazzato perché il campo sintetico lo dovevano fare a Cairoma (sede del municipio), non a Viloco».
Gli uomini sul palco si susseguono facendo i loro discorsi, quasi fosse un comizio. «Stiamo facendo la strada asfaltata che vi consentirà di arrivare a La Paz in tre ore e non in otto come adesso» «È grazie al nostro Presidente che oggi è qui con noi se abbiamo un’antenna per i cellulari (cinese e che funziona col c…ontagocce, n.d.r.) e grazie al suo programma “Evo cumple” (Evo realizza, ri n.d.r) che inauguriamo il campo in sintetico perché lo sport è la prima prevenzione del disagio giovanile».
Il presidente cocalero è gran bravo di incantare la folla, parla bene, si atteggia bene e… dà, come sempre, del buon materiale al suo imitatore che nei talk show in tv (chiaramente non quella di prima) lo prende in giro parlando con la testa alta, gli occhi chiusi e gesticolando con l’indice puntato in alto. Esalta la storia dei minatori di Viloco che si sono opposti alle dittature qualche decina di anni prima, esalta il fisico che permette loro di lavorare duramente a più di 4200 metri di altitudine, esalta le donne che hanno la tempra, i ragazzi, insomma ne ha per tutti, unge come può e senza fatica. Si prende spesso gli applausi della folla. Anche quando lancia la sfida: l’anno prossimo il campionato delle cooperative minerarie lo giochiamo a Caracoles, dove il campo è a quota 5000 e facciamo vedere a tutto il mondo che i boliviani sanno correre a queste quote.
Discorso finito, Evo scende dal palco che quasi s’inciampa, entra in una cabina telefonica ed esce vestito da SuperEvo, entra in campo con la sua squadra, le foto di rito, mentre il campo viene svuotato dai minatori, anche la “rappresentativa” di Viloco fa il suo ingresso, tra le sue fila il gobernador Cocarico. La gente si assiepa sugli spalti, sulle tribune sgangherate, attorno alla recinzione. Dopo 15 minuti di partita il Presidente ha toccato palla una volta sola. Ma c’è. E la gente anche. Gli ci vorrebbe un po’ di e.v.o. per oliare le giunture, ma per i suoi cinquanta e qualcosa anni non è proprio da buttare. Come calciatore amatoriale, almeno.
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