Pecàt a mör, diceva il saggio, perché alcune son troppo belle per perdersele.

Che succede alla Lega? Il “partito degli onesti”, nato sul malcontento diffuso del post-tangentopoli, e cresciuto sventolando la bandiera della virtù e della legalità? Ma no, niente, solo non sapevano che certi soldi di cui non sapevano che fare non potevano essere utilizzati per fare i cavoli propri…

Niente di scandaloso in realtà per chi è andato a braccetto per anni con chi da tangentopoli s’è salvato miracolosamente e un po’ funambolic-misteriosamente, prima appoggiandosi ad amici influenti, tipo quello sepolto in Tunisia, e poi “scendendo in campo” a cambiare le regole del gioco per salvarsi il trasero (riuscendo pure nella mirabolante impresa di dar ad intendere che lì dentro ci fosse l’Italia intera), decidendo che da quel momento in poi l’entrata a gamba tesa non è fallo se a commetterlo sono i giocatori il cui cognome inizia per le prime tre lettere dell’alfabeto, oppure che il fuorigioco vale solo per quelli che sono mancini e il calcio di rigore i rossi di capelli lo devono battere dal dischetto del centrocampo.

I Bossi lasciano la cadréga e il fiero europarlamentare Salvini commenta che questa è la dimostrazione che la Lega è diversa dagli altri partiti.
Primo: ma che è… stiamo giocando a trova l’intruso?
Secondo: ha detto per caso “altri partiti”, e, scusi Salvini, si riferisce a qualcuno di questi, o a qualche leader in particolare?
Terzo: ha un bel da fare la Lega a differenziarsi in tema di dimissioni… quando sul tema di fondo, il “rubare”, è esattamente uguale agli altri, anzi peggio, perché perlomeno gli altri non lo fanno al coro di “Roma ladrona!”

Tuttavia grazie ai Bossi per il gesto, quasi una sconsolata ammissione di colpevolezza. I loro amici avrebbero atteso il corso della giustizia negando tutto nel frattempo e avrebbero fatto sicuramente a tempo ad esser prescritti dalla Cirielli o dalla vita stessa, data l’età, invece… inversione di tendenza o meteora?