Che bello questo strano pre-Natale (ops… – e peccato che l’80% dei lettori non capirà l’ops –) che non sembra anticipare il Natale…

Ultimo giorno a Cochabamba prima di ri-volare domani all’alba per La Paz a fare una spesa rapida, lasciare magliette e pantaloncini e riprendermi lana e pile e poi fuggire a Viloco. Sono in stanza a rispondere ai primi auguri per le festività e a riassumere un po’ questi bei giorni al calduccio (anche se è appena transitato un acquazzone di quelli giusti), questo mi fa ripensare alla giornata di ieri e a tutte le persone stupende che questa esperienza mi sta facendo (ri)scoprire. A partire da quelle che vivono qui a Condebamba-casa accogliente e che smetto subito di lodare perché l’ho già fatto altre volte su questi schermi e… il troppo stroppia. Insomma – in barba alla saggezza della mamma dice che non bisogna neanche parlar bene delle persone, perché poi spesso si rischia che a metà del discorso poi spunti un “ma…” di troppo – il primo magone è per loro. Per l’allegra famigliuola in attesa del suo prossimo natale (Matilde in arrivoooo, e sarà che è la terza della serie, sarà che sta andando tutto bene, ma l’unica incognita che sembra esserci pare quella ultime lettere-cifre del codice fiscale…). Per i padri: Sergio che all’omelia domenicale stamattina dice di mettere nel presepio non i pastori e le pecorelle ma patate e cipolle e anche le foto dei propri cari, perché non resti una tradizione senza senso per noi qui ed oggi, ma diventi il segno che proprio noi, con tutto quello che abbiamo, stiamo preparando la casa a Dio; per p. Eugenio, veterano della missione in Bolivia, e per la sua proverbiale sensibilità agli ultimi diventata occupazione stabile. Per le milanofone Piera e Vale che concludono la loro esperienza di volontariato Caritas. Quest’ultima alle prese con i suoi magoni della festa di saluti (e mannaggia al tastino delle riprese che abbiamo scoperto dopo la fine della telenovela, ma forse per lei meglio così). Per la bergamaschissima Patrizia, boliviana per amore e il suo impegno in parrocchia a favore dei bambini.

Il secondo magone è per gli inquilini adulti della Ciudad de los niños, il frizzante p. Matteo di ritorno in Italia, Fulvio e Betty ieri sposi, due persone meravigliose che -ironia della sorte- mi hanno ispirato un magoncino durante la cerimonia (come fecero anche Stefi e Fausto lo scorso gennaio), Gigi, Marco, altri educatori/trici e volontari/e, beh… per chi è solo di passaggio come i due illustri personaggi, don Davide ed Ernesto, con i quali si sono aperti interessanti discorsi postprandiali sul tema Patronato S. Vincenzo. Per altri personaggi bergamaschi che popolano il panorama cochabambino su altri progetti, Danilo e la sua casa per disabili che condivide con chi va e viene e con chi resta ad aiutare, ma anche con chi tornerà, stregato dall’ambiente e dal carisma: Francesco, Paolo, Anna, Gigi, Valentina etceteraetcetera. Per Massimo e i suoi progetti di promozione scolastica e sportiva (che mi mancano ancora da conoscere per bene). Per Pietro, santo subito, non tanto per l’ospedale, quanto perché tiene moglie e 4 splendide figliE (“no, no lo coccoliamo fin troppo” assicura la moglie Margarita). Per le sorelle di vari ordini (e gradi) e per tutti quelli che ho dimenticato e di cui parlerò sicuramente nelle prossime puntate.