Inutile che pensiate che la Bolivia sua un paese del quarto mondo dove la TV si vede in bianco e nero, dove ci sono solo i canali statali, magari giusto un paio, dove i giornali sono stampati come li stampava Gutenberg. Niente da fare. Qui i media sono sviluppatissimi (e probabilmente anche più democratici di quelli italiani, beh non ci vuole poi molto; non sono molto ferrato sulle varie proprietà, quindi l’info prendetela con le pinze, ma…), i telegiornali sono fatti molto bene, ve ne parlerò, perché è una cosa che merita di essere saputa).

Insomma il mondo dei mezzi di comunicazione qui è moderno ed efficiente. Magari poco rappresentativo della realtà quotidiana e gli stili di vita locali. Anzi, a guardare la tv si ha (troppo) l’impressione di essere in un paese occidentale.

C’è una pubblicità un po’ sdolcinata, ma non banale; non la cito letteralmentissimamente e non la traduco perché è piuttosto facile. Un ragazzo un po’ cresciuto e molto carino (ma vvaaa…), suona alla porta di una signora un po’ giovane e molto carina (ma vvaaa…), le fa una domanda; la signora alza gli occhi come a voler pensare e, mentre parte una musica struggente, inizia a rispondere.

“Señora, me permite una pregunta, cual es su profesión?”

“Mi profesión es…:

a las doce soy nutricionista, [prepara da mangiare]
en mi casa soy administradora, [fa i conti delle spese]
después decoradora, [“paciuga”, anzi “spaciuga” con la figlia]
con mi esposo tengo que ser sicóloga, [va bè, indovinate un po’ voi che fa…]
en las tardes soy profesora, [aiuta la bimba a fare i compiti]
algunas veces soy doctora de mi hijo; [si coccola il bimbo malaticcio]
soy una mamá de casa”.

Va bè questa qui deve avere anche un marito con un signor stipendio e pure una domestica che fa il resto (pulisce, lava, stende, stira, ecc.), però…

che potenza le mamme, neh?