hoy día es el veinte y uno de Junio, el primer del año nuevo, y empieza mi tercero mes aquí en Bolivia“. Sono parole di Denis che, vedendomi qui a La Paz seduto sul divano con il computer sulle ginocchia si sta inventando quello che potrei scrivere qui… Lo guardo e gli chiedo: “Ma come sai che sto scrivendo esattamente questo?”
“Davvero?” – mi chiede.
“No, macarù, sto rispondendo a delle email”.
Beh, però i fatti non cambiano:
- è il 21 di giugno, il solstizio di inver-esta… insomma, lì dovrebbe far sole e caldo ma – dicono – stenti, qui dovrebbe far freddo e… infatti. Il giorno più corto e la notte più lunga, anche se, va bè, qui vicino all’equatore non è che cambi poi molto tra i due solstizi, almeno teoricamente, poi ci risentiremo il 21 Dicembre. Stamattina all’alba quelli seri di qui si sono alzati tutti a farsi inondare dai raggi del nuovo sole del nuovo anno Aymara (il 5519) perché la leggenda vuole che l’energia del primo sole dell’anno dia forza per i rimanenti 364 giorni, anzi, 365 stavolta. Ma di sole stamattina non ce n’era, nuvole tutto il giorno. Sarà un anno fiacco, mah. E chissà che casino, perché già quanto ad energia i boliviani già non sono proprio leggendari di loro…
- Parte il terzo mese, per cui E DUE! E mi chiedo come diavolo Denis si ricordi di ciò, glielo chiederò… Avrei da fare il bilancino solito, perché ci sono delle novità, ma non ho tempo in questa tornata a La Paz, lo farò. Giorni un po’ pieni, questi con impegni, ma anche varie vicissitudini che hanno fatto sì che non ci riposassimo abbastanza…
- … e “fantasia al potere”. Questa volta chi ironizza è l’intestino, ultimamente un po’ incazzato.
- Domenica mattina, primo incontro adolescenti. Un’ottantina abbondante di ragazzi/e, incontro gradevole dove il don ha fatto la sua parte da leone e io la mia particina da comparsa, facendomi capire, ma anche un po’ compatire per il mio castigliano, ma promettendo con un sorriso cavalieresco “più italiano per tutti”, ho comunque spaccato. Forse a qualcuno i maroons.
- Oggi sono arrivato qui alla parrocchia che mi ospita a La Paz, dopo un giro allucinante della città causa una strade interrotte (in una almeno ho visto un po’ di balli e costumi tipici di gente che festeggiava il nuovo anno) e vedo gente che entra dal cancello con delle torte pannosissime… chiedo che c’è e mi dicono che è il venticinquesimo anniversario di ordinazione di don Fausto, uno dei due preti qui. Beh, festone, messa con la chiesa piena, a seguire nel teatro festa con il gruppo che suona, la gente che balla e i due preti che si prendono a torte in faccia (o almeno ci provano, riuscendo solo a spiantegarsele sui vestiti).
- Ho un sacco di cose interessanti da raccontarvi, dei mineros, di Nelson, … datemi una decina di giorni, dai, nel frattempo, buon solstizio e buon anno nuovo, queridos.
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